Dialogo con il cardinale Zuppi a Bologna

La solidarietà che sposta le montagne

AIFO dialoga con il Cardinale Matteo Maria Zuppi per raccontare e rafforzare l’impegno dell’associazione a 120 anni dalla nascita di Raoul Follereau

“Continuate a vivere con la stessa passione di Follereau, una grande passione per il futuro di cui, in questo contesto, c’è un grande bisogno.”

Bologna, 26 giugno 2023 – «Sono molto amico di Raoul Follereau e di AIFO perché penso che abbiate ancora un patrimonio di storia, di idealità, un carisma, un testamento che ha ancora tanto da dare oggi. Sono amico di AIFO per quello che fate e per quello che farete» queste le parole pronunciate sabato dal Cardinale Matteo Maria Zuppi a Palazzo Dè Toschi a Bologna all’inizio dell’evento La solidarietà che sposta le montagne organizzato da AIFO, Associazione italiana amici di Raoul Follereau, in occasione dell’Assemblea Nazionale dei Soci. È stata anche un’occasione per leggere l’impegno di AIFO nella cooperazione internazionale e nell’attivismo territoriale attraverso le lenti dei valori ispirati dal messaggio di Raoul Follereau, di cui quest’anno ricorrono i 120 anni dalla nascita, e per trovare nuovi orizzonti di senso e concretezza per un futuro inclusivo e sostenibile.

Si è parlato di come poter essere persone di speranza in un periodo storico in cui si pensa al riarmo, di come si può e si debba guardare in faccia ai problemi per capire come superarli. Il cardinale ha citato l’iniziativa di Follereau “datemi due bombardieri” poiché con l’equivalente di queste armi di morte avrebbe potuto salvare milioni di vite sconfiggendo la lebbra. «In quella richiesta c’era la consapevolezza che bisognava smettere di costruire altri bombardieri per rendere migliore il mondo. Oggi viviamo in un periodo in cui c’è il fuoco acceso e quei meccanismi che si mettono in atto per gestire il fuoco e non per spegnerlo, ci devono preoccupare. Penso che l’incontro di AIFO, in questa contingenza, sia un’opportunità per fare qualcosa di importante» ha aggiunto Zuppi.  

Follereau scuoteva le coscienze e chiedeva a tutti di comprendere le ingiustizie e poi di impegnarsi per un mondo diverso, lottando contro gli egoismi di ciascuno. L’eredità e i valori di Follereau si dimostrano ancora attuali e illuminanti «Ci sono ancora oggi tante lebbre e ingiustizie che si possono curare facilmente, quindi dovete prendere la grande idealità e la grande sapienza di Follereau e metterla in pratica. Follereau aveva una grande capacità comunicativa e di messaggio, che voi oggi conservate e che in un periodo storico come quello che viviamo è necessario tirare fuori» ha dichiarato il cardinale Zuppi nel corso della serata dedicata ai soci AIFO.

A dialogare con il Cardinale Zuppi, il Presidente di AIFO Antonio Lissoni insieme ad alcuni cooperanti di AIFO all’estero, con la moderazione di Mattia Cecchini, giornalista dell’Agenzia Dire.

Il dialogo con il dottore Andrea Canini, già capoprogetto AIFO rientrato dal Mozambico, si è concentrato su come la cooperazione internazionale possa essere uno strumento di pace e fratellanza tra i popoli in un contesto locale e internazionale caratterizzato da conflitti.

 «Perché le comunità siano inclusive si deve partire dalla fratellanza. Perché la cooperazione sia davvero qualcosa che serva a tutti bisogna pensarsi insieme, serve trasformala in destino comune» ha detto il Cardinale.

A seguire Lucia Verzotti, Coordinatrice AIFO in Guinea Bissau, ha portato la sua esperienza di coordinatrice in uno dei 20 paesi più poveri del mondo, dove le donne, soprattutto se con disabilità, subiscono emarginazione e violenza. Il Cardinale Zuppi ha evidenziato come sia urgente evitare di abituarci alle disuguaglianze e, per coltivare l’antidoto al deficit della speranza, sia necessario «con determinazione metterci a fare alcune battaglie su cui qualificare le nostre scelte. Nelle radici di AIFO c’è già la risposta, tante cose che fate già rappresentano la risposta».

Sono state individuate le sfide odierne della società civile, della cooperazione internazionale e messe in luce le specificità di AIFO. Per esempio, mettere al centro di ogni azione le persone perché siano esse stesse protagoniste del loro futuro, coinvolgere le comunità e le istituzioni locali per costruire comunità inclusive e sostenibili, mobilitare, fare rete e costruire delle alleanze.

Sul coinvolgimento dei giovani come protagonisti del futuro il Cardinale spalanca le porte al loro protagonismo partendo dai sogni: «Se noi sogniamo i giovani sogneranno. Vivere un sogno e comunicarlo con passione è quello che dobbiamo fare per rendere il mondo migliore. È quello che faceva Follereau».

«Più di 20 anni fa ho cominciato a innamorarmi di quel modo di aiutare in cui le persone fragili diventano davvero agenti di cambiamento. Il contrario dell’amore è l’indifferenza, che toglie la capacità di gioire anche delle piccole cose» ha dichiarato il Presidente di AIFO, Antonio Lissoni. Il Presidente ha ricordato così l’importanza della gioia, un elemento da vivere nell’aiuto al prossimo e da trasmettere ai più giovani perché non si leghino a vecchi e nuovi egoismi ma si appassionino alla bellezza dell’impegno per costruire un mondo migliore.