Sono pochissimi i medici sul territorio, tanto che si muore per parto non assistito. Questo costituisce un rischio soprattutto nelle aree rurali, con rilevanti difficoltà di accesso (strade non asfaltate, passaggi interrotti) ed alti livelli di analfabetismo.
Inoltre, gli operatori sanitari non sono sufficientemente preparati per poter prevenire i fattori di rischio, come la malnutrizione e la diffusione di malattie, come la lebbra, che posso far sorgere limitazioni funzionali e forme di disabilità nei bambini.
La crisi pandemica ha aggravato notevolmente la situazione.
I bambini con disabilità vengono esclusi e discriminati: non hanno fisicamente accesso alle scuole, che comunque non sarebbero dotate di strumenti e programmi educativi adeguati alle loro esigenze e sono costretti a vivere come reietti, a causa dei diffusi pregiudizi socio-culturali e religiosi.
E una volta cresciuti, l’inadeguatezza del sistema alle loro diversità funzionali costituisce un costante fattore limitante nell’accesso ad opportunità e all’esercizio dei propri diritti, destinandoli all’esclusione, alla disoccupazione, nei casi più gravi, alla violenza, ed esponendoli a notevoli rischi per la loro salute, vista la mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria.