Per di più, la maggior parte delle scuole d’infanzia sono comunitarie e funzionano su base volontaria. Questo significa che gli educatori si improvvisano tali perché non esiste un sistema di formazione professionale normato, strutturato e diffuso nel paese, che garantisca la loro preparazione.
Il problema si riflette anche sulle capacità di apprendimento dei bambini, anche quando, diventati più grandi, vanno a scuola: solo 4 bambini su 100 imparano a leggere, scrivere e fare i calcoli. Gli insegnanti hanno uno scarso livello di competenze e spesso insegnano in portoghese, non sapendo parlare la lingua locale. Ad aggravare la situazione, sono anche gli altissimi tassi di assenteismo da parte degli insegnanti, che in media sono in classe solo 74 giorni su 190 giorni di lezione all’anno.
Infine, esiste anche un’altra deriva di questo problema, che è il motivo per cui i bambini con disabilità spesso non vengono registrati alla nascita, a scapito del loro diritto di ricevere un’educazione: l’inclusività nelle scuole è pressoché inesistente. Il personale scolastico non ha una preparazione adeguata per permettere una partecipazione effettiva dei bambini con disabilità, malgrado nel 2020 il Governo abbia approvato una strategia inclusiva, e non esiste una forma di controllo diffusa per l’identificazione dei casi di violazione dei diritti dei bambini. Le condizioni di vita dei bambini con disabilità sono molto precarie: loro e le loro famiglie sono vittime di stigmatizzazione e discriminazione sociale.