Malattie croniche non trasmissibili
Nel mondo, oltre il 70% delle morti sono dovute a malattie croniche non trasmissibili (NCDs), cioè patologie di lungo termine, non infettive, che si aggravano nel tempo e hanno una durata prolungata. Vi rientrano le malattie cardiovascolari e respiratorie croniche (come infarti, ictus e asma), i tumori, il diabete, i problemi di salute mentale, i disturbi muscolo-scheletrici. Le malattie croniche non trasmissibili rappresentano un problema anche e soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove ancora non c’è una adeguata e ampia sensibilizzazione per la prevenzione e dove i sistemi sanitari nazionali e locali non sono adeguatamente equipaggiati per garantire a tutti il diritto alla salute e alle cure.
L’incidenza delle malattie croniche non infettive nel mondo
I più recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Salute contano oltre 41 milioni di persone che, a livello globale, ogni anno, muoiono in conseguenza di una malattia cronica non infettiva. Le prime quattro cause di decesso sono le patologie cardiovascolari (17,9 milioni di morti), i tumori (9,3 milioni), le patologie respiratorie (4,1 milioni) e il diabete (2 milioni). Il 77% dei decessi per malattie croniche non trasmissibili avviene nei paesi con reddito pro-capite medio o basso. Una quota che sale ancora di più se si guarda alle morti precoci.
Curare le malattie croniche non comunicabili
Le malattie croniche non trasmissibili insorgono come esito dell’azione di una pluralità di fattori genetici, fisiologici, ambientali e comportamentali. Quindi, curarle in maniera adeguata e diminuirne la mortalità è una sfida piuttosto complessa, che si gioca soprattutto nel campo della prevenzione, con screening periodici diffusi, educazione alla corretta alimentazione e all’importanza dell’attività fisica e lotta alle cattive abitudini (come fumo ed alcol). E la sfida si fa ancora più difficile se si guarda ai paesi più poveri economicamente. Diffusione delle malattie non trasmissibili e povertà, infatti, sono strettamente legate, sia perché queste patologie, vista la loro lunga durata nel tempo, rappresentano un costo spesso insopportabile per le famiglie a basso reddito, sia perché possono essere causa di parziale o totale inabilità al lavoro. Inoltre, le persone povere sono quelle più esposte ai fattori di rischio, perché non hanno accesso a servizi sanitari di qualità e sono spesso impossibilitati a mantenere corretti stili di vita (soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione). Di conseguenza, si ammalano di più, in forme più gravi e muoiono prima. Per questo motivo, le malattie croniche non trasmissibili sono considerate una delle principali sfide dell’Agenda 2030 e rientrano nell’alveo del terzo obiettivo di sviluppo sostenibile. Quello che l’OMS punta ad ottenere è la riduzione di un terzo della mortalità associata a queste patologie entro il 2030.
I nostri progetti
Vogliamo contribuire a ridurre la mortalità causata dalle malattie non trasmissibili, con focus su diabete, ipertensione e cancro della cervice uterina, rafforzando il sistema sanitario nazionale e comunitario.