Contrariamente a quanto pensano in molti, la lebbra oggi esiste ancora ed è un problema di sanità pubblica in molti paesi, nonostante sia una malattia ormai curabile. Nel mondo, la diffusione della lebbra colpisce soprattutto Asia, Americhe e Africa. Si tratta di Paesi con condizioni socioeconomiche precarie, i cui sistemi sanitari faticano nell’attuare adeguate strategie di prevenzione e diagnosi precoce, fondamentali per debellare la lebbra.
Da chi vive in Italia, in Europa o più genericamente nel cosiddetto “occidente”, la lebbra è considerata una malattia del passato e non sono pochi coloro che credono non esista più. In realtà, non è così, la lebbra esiste ancora e, nonostante sia curabile, è un problema di salute pubblica in vari Paesi del mondo, soprattutto in Africa, Asia e America Latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che ne favoriscono la trasmissione. La Malattia di Hansen (questo il nome scientifico) è inserita nella lista delle Malattie Tropicali Neglette (MTN), stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo i dati diffusi proprio dall’OMS, e contenuti nel Global report on neglected tropical diseases 2024, nel corso del 2023 sono stati registrati 182.815 casi di lebbra a livello globale, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Quindi, non solo la lebbra non è scomparsa ma continua a crescere e a rappresentare una causa di disabilità ed emarginazione per migliaia di uomini, donne e bambini in tutto il mondo.
Dove c’è ancora la lebbra?
Entrando nel dettaglio, il paese in cui si sono registrati un maggior numero di casi diagnosticati nel 2023 è stata l’India, con 107.851 persone. Segue, il Brasile (22.773 persone) e l’Indonesia (14.376). Sopra la soglia dei 1.000 casi nell’anno si sono attestati anche Bangladesh, Etiopia, Filippine, Madagascar, Myanmar, Mozambico, Nepal, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Tanzania.
Allargando lo sguardo ad aree geografiche più ampie, il territorio più colpito dalla lebbra è quello dell’Asia, con oltre 130.000 diagnosi, in crescita di quasi il 6%. La curva dei nuovi casi è in rialzo anche per le Americhe (24.773, +15,8%) e per il Pacifico Occidentale (2.708, +9,9%). Le diagnosi sono invece diminuite in Africa (21.043, -4,5%), nel Mediterraneo Orientale (2.829, -25%) e in Europa (37, -33%). Se poi si prendono in considerazione i numeri relativi al periodo 2018-2023, sempre su base regionale, si riscontra che la pandemia causata dal Covid-19 ha comportato una riduzione di quasi un terzo delle persone diagnosticate tra il 2019 e il 2021, che sono però tornate a crescere del 30% negli ultimi due anni.
Il numero annuale delle persone diagnosticate è sicuramente un dato importante, ma da solo non è sufficiente per valutare l’impatto globale della malattia in termini di salute pubblica. Per avere un quadro complessivo più chiaro è utile prendere in considerazione altri indicatori, come l’età delle persone diagnosticate o il numero di quelle colpite da gravi forme di disabilità.
Ad esempio, il numero annuale delle bambine e dei bambini (con meno di 15 anni) è diminuito come quota del totale delle persone diagnosticate ma è ancora alto e in crescita in valori assoluti. Parliamo di 10.322 minori diagnosticati nel 2023 (5,7% del totale), contro i 10.302 del 2022 (5,9% del totale). Questo significa che la trasmissione della malattia è ancora attiva e precoce.
Anche il numero di persone diagnosticate ogni anno che riportano gravi disabilità (solitamente conseguenza di una diagnosi tardiva) è in preoccupante aumento: dalle 9.557 (5,5%) del 2022 alle 9.729 (5,3 %) del 2023, di cui 266 bambini (2,7 %). Il dato rivela che esistono ancora forti difficoltà nell’arrivare a una diagnosi precoce della malattia, soprattutto nei Paesi endemici, in cui i sistemi sanitari fanno più fatica a riconoscerla.
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Come si cura la lebbra oggi?
Ciò che rende ancora più importanti il monitoraggio e la diagnosi precoce è un dato di fatto da molti ignorato: la lebbra si può curare. Nel 1981, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto un efficace sistema di trattamento, denominato polichemioterapia (PCT), basato sull’utilizzo combinato di tre farmaci: Rifampicina, Clofazimina e Dapsone. Tale cura viene fornita gratuitamente, dalla stessa OMS, ai paesi in cui la lebbra è endemica ed è molto utile anche in chiave di controllo della diffusione, perché rende le persone affette dalla malattia non contagiose. Nei casi più avanzati, il trattamento può essere affiancato da cure per la gestione delle complicazioni, come la chirurgia correttiva, la fisioterapia per il recupero della mobilità, o i trattamenti per problemi oculari e delle ulcere cutanee.
Per contrastare la lebbra, l’OMS ha messo a punto una Strategia globale, all’interno della Road Map 2021- 2030 per il controllo delle Malattie Tropicali Neglette, che ha come ambizioso obiettivo un triplo zero: zero trasmissione, zero disabilità e zero discriminazione.
A tal fine, nel 2023, la stessa Organizzazione ha pubblicato una guida tecnica sull’interruzione della trasmissione e l’eliminazione della malattia, che struttura un percorso articolato in 3 fasi:
- interruzione della trasmissione;
- eliminazione della malattia;
- sorveglianza post-eliminazione.
Rispetto al passato, il percorso introduce degli aspetti molto importanti:
- intende mantenere la continuità di una adeguata sorveglianza epidemiologica, anche nelle situazioni in cui la malattia non è più considerata un problema di salute pubblica;
- ridefinisce l’impatto della lebbra, includendo non solo le persone che hanno bisogno di cure e di riabilitazione fisica, ma anche le persone discriminate dalla malattia;
- si allinea con un programma più ampio, essendo inserita nel percorso strategico del controllo delle MTN.
Gli obiettivi epidemiologici principali della strategia dell’OMS riguardano la riduzione del numero di persone diagnosticate ogni anno nel mondo fino ad arrivare a 63.000) e, fra di esse, la diminuzione di quelle che presentano disabilità gravi (il traguardo è fissato a un tasso di 0,12 per milione di abitanti) e dei minori di 15 anni (0,77 per milione di bambini/e).
Nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS, 2030), la strategia OMS per il contrasto alla lebbra intende contribuire al raggiungimento dell’OSS 3 (Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età, che include l’obiettivo della copertura sanitaria universale) e dell’OSS 10 (Ridurre le disuguaglianze).
Come combattere la lebbra, la strategia di AIFO
Fonti utilizzate:
- Dossier Lebbra nel mondo AIFO 2024
- Bollettino OMS dati Lebbra 2023