Rendere la scuola inclusiva è uno sforzo necessario per garantire anche ai bambini con disabilità di poter godere pienamente del diritto all’istruzione. Ad oggi, però, gli ostacoli sono ancora molti, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, tra le famiglie povere che vivono nelle zone rurali.
A livello internazionale, il diritto all’istruzione è da sempre considerato uno dei pilastri su cui fondare la possibilità per ogni essere umano (ma in particolare per chi si trova in condizioni di marginalità) di sviluppare pienamente la propria personalità, esercitare la propria libertà e migliorare le proprie condizioni di vita. Benefici che non vanno solo a vantaggio del singolo individuo ma che generano ricadute positive sull’intera società. Non a caso, tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che fanno parte dell’Agenda 2030, il numero 4 è espressamente dedicato a questo tema e pone un traguardo ambizioso:
“Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”
Particolarmente significativo è il riferimento all’istruzione inclusiva, che riguarda ovviamente anche le persone con disabilità, siano esse fisiche o cognitive. Anzi, si potrebbe affermare che è proprio nei confronti dei bambini e dei ragazzi con disabilità che l’istruzione è in grado di svolgere al massimo il ruolo di strumento di empowerment.
Il diritto all’istruzione inclusiva nei documenti internazionali
In realtà, l’Agenda 2030 è solo l’ultimo tassello di una lunga serie di documenti internazionali che fanno esplicito o implicito riferimento alla necessità di costruire sistemi scolastici inclusivi per i bambini con disabilità. Eccone un elenco parziale, che prende in considerazione i più significativi.
- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) – Articolo 26. Il diritto all’istruzione è garantito a tutti, senza discriminazione, e deve promuovere il pieno sviluppo della personalità umana.
- Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia (1989) – Articolo 23 e 28: l’articolo è espressamente dedicato ai bambini con disabilità, a cui il testo riconosce il diritto a riceve il supporto necessario per accedere all’istruzione in condizione di parità con gli altri bambini. Un principio ulteriormente rafforzato dall’articolo 28 che sancisce il diritto di tutti ad accedere ai diversi livelli di educazione.
- Dichiarazione di Salamanca (1994). Adottata durante la Conferenza Mondiale sull’Istruzione Speciale dell’UNESCO, la Dichiarazione promuove il principio dell’educazione inclusiva, sostenendo che tutti i bambini, indipendentemente dalle loro caratteristiche fisiche, intellettuali, emotive o sociali, abbiano diritto a frequentare scuole ordinarie.
- Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (2006) – Articolo 24. Stabilisce il diritto delle persone con disabilità all’istruzione senza discriminazioni e su base di uguaglianza. Promuove un sistema educativo inclusivo a tutti i livelli, con supporto personalizzato per garantire un apprendimento efficace.
- Linee Guida dell’UNESCO sull’Educazione Inclusiva (2009). Fornisce orientamenti dettagliati per la realizzazione di un’educazione inclusiva, sottolineando il ruolo degli Stati nell’eliminare le barriere, comprese quelle architettoniche.
- Protocollo di Incheon per l’Educazione (2015)
Adottato durante il Forum Mondiale sull’Educazione, sottolinea l’importanza di un’educazione inclusiva e di qualità, con un’attenzione particolare ai gruppi vulnerabili, tra cui i bambini con disabilità.
Inclusione scolastica nel mondo, i numeri di un traguardo ancora molto lontano
Nella pratica, però, l’obiettivo di un’istruzione inclusiva universalmente garantita è ancora lontano. Nel mondo, infatti, ci sono circa 240 milioni di bambini e ragazzi con disabilità (il 10% del totale) e molti di loro si vedono ancora negato il diritto a un’educazione di qualità, soprattutto se vivono nei paesi in via di sviluppo (sono l’80%) e se provengono da famiglie povere o che vivono in zone rurali. Senza contare, poi, i numeri “sommersi”: nelle medesime zone rurali, infatti, non è raro che i neonati non vengano iscritti all’anagrafe. Questo li priva di fatto di molte opportunità e rende più difficile avere una fotografia attendibile della realtà.
Tra le enunciazioni di principio e la loro concreta applicazione, infatti, la distanza è molta. Ad esempio, a fronte di un 88% di Stati che si sono dotati di leggi che formalmente garantiscono l’educazione inclusiva:
- nel 25% dei paesi i bambini con disabilità sono costretti a frequentare scuole o corsi speciali;
- nel 35% dei paesi gli insegnanti non hanno una formazione adeguata;
- nel 59% dei paesi non ci sono strumenti di facilitazione per tutti;
- nel 67% dei paesi non tutte le scuole dispongono di ambienti adeguati;
- nel 67% dei paesi non c’è sufficiente personale specializzato di supporto.
Il risultato è un palese deficit di opportunità. Secondo l’Unicef, infatti, questi bambini hanno:
- 25% in meno di probabilità di frequentare strutture educative per la prima infanzia;
- 16% in meno di probabilità di leggere o ascoltare delle letture a casa;
- 49% in più di probabilità di non aver mai frequentato la scuola;
- 42% in meno di probabilità di avere adeguate competenze di base in lettura e calcolo;
- 47% in più di probabilità di non frequentare la scuola primaria;
- 33% in più di probabilità di non frequentare la scuola secondaria inferiore;
- 27% in più di probabilità di non frequentare la scuola secondaria superiore.
Come garantire il diritto all’istruzione ai ragazzi con disabilità: 3 fattori chiave
Le barriere che possono impedire l’accesso all’istruzione ai minori con disabilità sono molteplici. Si parla spesso di barriere architettoniche, riferendosi soprattutto a quelle che riguardano bambini e ragazzi con difficoltà motorie, ma non sono certo questi gli unici ostacoli. Vanno tenuti in grande considerazione anche gli elementi umani che compongono un qualsiasi sistema scolastico (gli insegnanti, in primo luogo, ma anche tutte le altre figure professionali che lavorano nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché i compagni di scuola e le famiglie di appartenenza), così come giocano un ruolo cruciale le metodologie didattiche e le tecnologie di supporto. Questo significa che per garantire realmente l’inclusione scolastica di tutte e tutti è necessario lavorare su più fronti.
Scuole e barriere architettoniche
Come detto, le barriere architettoniche non sono l’unico fattore da considerare ma sono senza dubbio uno dei più incisivi. Soprattutto se si considera il concetto in senso ampio, ricomprendendo tutti gli ostacoli strutturali. Ad esempio, se nel campo delle barriere architettoniche per bambini con difficoltà motorie passi avanti ne sono stati fatti in molte parti del mondo (ascensori, rampe di accesso, porte e bagni di dimensioni adeguate), molto più arretrata e la condizione che sono costretti a vivere minori con altre tipologie di disabilità fisiche, come quelle visive o uditive. Anche in paesi pienamente sviluppati, infatti, sono rarissime le strutture scolastiche che hanno percorsi di accesso e segnaletica adatta ai ragazzi ciechi o sistemi di comunicazione e sicurezza adeguati ai ragazzi sordi. Inoltre, va considerata una barriera strutturale anche la distanza delle scuole dai luoghi in cui vivono i bambini con disabilità, soprattutto in contesti come quelli rurali, dove i mezzi di trasporto pubblico o scolastico sono inesistenti o inefficienti.
Insegnanti e formazione per l’inclusività
Al di là dei luoghi in cui avviene, però, l’apprendimento è un’attività prettamente umana e relazionale. La qualità dell’insegnamento, quindi, è strettamente legata alla capacità dell’insegnante e quindi alla sua formazione, soprattutto quando si tratta di includere dei giovani con disabilità. Per i docenti, ricevere una formazione specifica è fondamentale perché, tra le altre cose, permette di:
- superare stereotipi e pregiudizi, spesso inconsci, e di sviluppare una mentalità orientata alla valorizzazione delle diversità;
- acquisire competenze pedagogiche e didattiche differenziate;
- acquisire capacità di gestione inclusiva della classe, attraverso la creazione di ambienti di apprendimento adeguati;
- imparare a riconoscere precocemente i bisogni educativi specifici.
Strumenti di facilitazione e personale specializzato
Terzo fattore decisivo: i supporti specifici riconosciuti agli alunni con disabilità, che consistono sia nella presenza a scuola di personale specializzato (di ausilio ai docenti), sia nella disponibilità di tecnologie assistive e strumenti didattici personalizzati. Questi due elementi, infatti, permettono l’adattamento dell’ambiente di apprendimento alle esigenze del bambino o del ragazzo che convive con una disabilità fisica o mentale. Questo si traduce in un abbattimento delle barriere fisiche, cognitive o sensoriali, in una riduzione delle disuguaglianze strutturali e in una crescita dell’autonomia del singolo studente. Esempi di strumenti didattici personalizzati sono le mappe concettuali o i testi in formato Braille per studenti con disabilità visive, i software con sintesi vocale per quelli con difficoltà nella lettura, i percorsi tattili e i materiali interattivi per quelli con disabilità multiple. Al contempo, la presenza di personale specializzato (ad esempio, gli insegnanti di sostegno previsti dall’ordinamento italiano), favorisce l’instaurarsi di relazioni positive tra l’alunno con disabilità e la classe, agevola la comunicazione dello stesso con compagni e docenti e permette l’adozione di percorsi educativi calibrati e personalizzati.
L’impegno di AIFO per l’educazione inclusiva in Mozambico
Il tema dell’educazione inclusiva è uno di quelli su cui AIFO lavora direttamente. Ne è un esempio EDUC-IN, il progetto realizzato, insieme a Terre des Hommes e Università di Macerata, in Mozambico, dove il sistema educativo è ostacolato da problemi di analfabetismo, carenza di risorse e discriminazioni. L’obiettivo del progetto è promuovere l’educazione inclusiva nelle scuole pubbliche di 3 regioni del Paese attraverso una metodologia partecipativa che prevede il coinvolgimento delle comunità locali, delle famiglie e delle associazioni.
Tra gli interventi concreti che il progetto realizza ci sono:
- la formazione dei maestri, per insegnargli ad accogliere bambini con disabilità in modo inclusivo;
- la distribuzione di stampelle, sedie a rotelle, apparecchi acustici e occhiali da vista che permettono ai bambini con disabilità di andare a scuola e studiare;
- la redazione di libri e documenti accessibili per chi ha disabilità cognitive o legate alla vista;
- l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle scuole, come la costruzione di rampe; l’adeguamento di bagni e porte.
Dona ora per sostenere l’educazione inclusiva in Mozambico
Fonti
- Background paper prepared for the 2020 Global Education Monitoring Report – UNESCO: https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000373656/PDF/373656eng.pdf.multi
- 2020 Global Education Monitoring Report – UNESCO: https://gem-report-2020.unesco.org/thematic/#:~:text=Analysis%20for%20this%20Report%20shows,with%20disabilities%20or%20special%20needs.
- Children with disability report – Unicef: https://data.unicef.org/resources/children-with-disabilities-report-2021/
- https://www.unesco.org/en/inclusion-education/need-know?hub=70285