Dario e il coraggio di vedere il futuro oltre la lebbra

Dario ha 18 anni e vive in un piccolo villaggio della provincia di Manica, in Mozambico. La sua è una storia di povertà e lebbra, purtroppo molto comune nel paese africano. Ma è anche una storia di dignità e inclusione, ingredienti fondamentali per rompere una spirale fatta di malattia, esclusione e povertà. Perché dalla lebbra si può guarire, tornando a guardare con fiducia al futuro. 

Il Mozambico è uno dei Paesi più poveri al mondo, l’indice di sviluppo umano lo posiziona al 183° posto su 193 Paesi. Ciononostante, ha uno dei tassi di crescita economica tra i più elevati del continente africano (aumento del Pil dell’8% negli ultimi anni). Sebbene l’accesso ai servizi sia migliorato negli ultimi anni, esistono ancora notevoli lacune nei settori della sanità, dell’istruzione, dei trasporti pubblici, della protezione sociale e dell’accesso all’impiego, con notevoli disparità fra zone rurali e zone urbane/peri-urbane e tra le varie province del Paese. E uno dei temi di salute in cui tali disparità sono più evidenti è la lebbra.

La lebbra nel Mondo e in Mozambico

Infatti, nonostante i progressi, oggi ci sono ancora 180.000 persone nel mondo che ogni anno si ammalano di lebbra. E in Mozambico la lebbra è ancora una realtà molto forte. Grazie alla polichemioterapia, negli ultimi decenni si è potuto bloccare il contagio e curare la malattia, ma dopo 40 anni iniziano a vedersi i limiti di questo trattamento: la terapia è lunga e il rischio di arrivare ad una resistenza ai farmaci è crescente. Qui entra in gioco un nuovo farmaco, in fase di studio, che può rappresentare una vera rivoluzione: tre mesi di cura per contrastare non solo la lebbra ma altre due malattie, la tubercolosi e l’ulcera del Buruli, garantendo un trattamento più efficace e accessibile. Sostenere AIFO significa contribuire alla ricerca di nuove cure, alla diagnosi precoce e a un’assistenza che va oltre il semplice trattamento medico.

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Dario, tra studio e lavoro, per costruire un futuro senza lebbra

Un aiuto concreto, che consente di continuare a restituire dignità e futuro a persone come Dario, di cui condividiamo la storia, mettendo al centro la persona e non la malattia. Perché per noi lui è un vero protagonista ed è la testimonianza che ognuno di noi può fare la differenza e sostenere una rete che lavora per trasformare la vita di molti. Dario è un giovane di 18 anni che vive in un piccolo villaggio della provincia di Manica, ne ha vissuta una apparentemente insormontabile. La lebbra, contratta sette anni fa, ha lasciato segni sul suo viso, occhio e mani, diventando causa di isolamento e vergogna. I coetanei lo evitavano per paura, e lui, per tre anni, ha dovuto interrompere la scuola. La malattia non è solo fisica: l’esclusione e la discriminazione causano profonde ferite nella psiche delle persone colpite. Dario è stato diagnosticato per tempo e ha iniziato il suo percorso di cura e speranza grazie all’aiuto di AIFO. Oggi Dario sta riscrivendo il proprio destino. Dopo aver ripreso gli studi, ha frequentato un corso da barbiere e ora è in grado di guadagnare, rendendosi progressivamente indipendente. Orfano di genitori, vive con i nonni, ma sogna un futuro dove potrà prendersi cura di sé e realizzare i propri progetti. Per AIFO Dario è un vero protagonista. Aiutaci a costruire un futuro senza discriminazioni per tanti giovani come Dario, perché nessuno debba vergognarsi del proprio passato.

Approfondisci la strategia di AIFO per combattere la lebbra

 

di Federica Donà 

con la collaborazione del dott. Paulo Hansine, Vescovo per la Chiesa Anglicana della Diocesi di Rio Punguè, referente AIFO per le attività di contrasto alla lebbra in Mozambico

Articolo tratto dal Numero 1 di Gennaio-Marzo 2025 del periodico Amici di Follereau

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Ogni anno la lebbra condanna migliaia di persone a vivere in isolamento e con disabilità permanenti.

È causata dalla povertà e da sistemi sanitari locali molto deboli. Però è curabile e si può prevenire.

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