Ripartire dalla Giornata dell’Europa per costruire Pace e Unità

Con una nota del Presidente Antonio Lissoni, AIFO ribadisce l’impegno per la promozione della dignità umana, della pace e della cooperazione internazionale, in piena sintonia con lo spirito europeo in occasione della Giornata dell’Europa 2025 e della campagna #ultimogiornodigaza #gazalastday

 

Ripartire dalla Giornata dell’Europa per costruire Pace e Unità

Il 9 maggio ricorre la Giornata dell’Europa per celebrare la pace e l’unità nell’Unione Europea, in questa data nel 1945 veniva firmata a Berlino la capitolazione della Germania nazista.

Dopo un lungo processo, il 1° novembre 1993, nasce l’Unione europea per un bisogno ed una forte volontà di pace e di collaborazione.

Oggi, tra mille difficoltà e dopo la svolta dispotica dell’Amministrazione americana, l‘Europa rimane l’unico baluardo dei principi e dei valori “occidentali”, in realtà valori universali, consolidatisi dopo la tragedia della guerra.

Il contesto storico-politico attuale vede crescere ovunque posizioni antidemocratiche che mirano ad un sovranismo antistorico ed inutile, che può solo trasformare alleanze in rapporti servili verso potenze autoritarie ed arroganti e le relazioni tra popoli e stati muscolari invece che dialoganti.

Fermare le attuali guerre, le negazioni di diritti, le posizioni antidemocratiche

Oggi sono attive una cinquantina di guerre, due delle quali ci toccano in modo particolare e vedono l’assenza, ed a volte la complicità, di paesi dai quali ci aspettiamo posizioni rispettose delle regole internazionali e dei diritti dei popoli e delle singole persone.

A Gaza si sta consumando un crimine incessante, un orrore continuo che ha portato alla morte di oltre 50.00 persone, uomini, donne e migliaia di bambini, un territorio distrutto dai bombardamenti, deportazioni di massa, il divieto con le armi di ogni aiuto umanitario per milioni di persone che letteralmente muoiono di fame, senza alcuna assistenza sanitaria, con gli ospedali bombardati e distrutti. Un crimine continuo, ininterrotto ed impunito contro l’umanità che ci vede impotenti davanti ad uno Stato che ha evidentemente dimenticato l’orribile prezzo pagato dalla sua gente quando erano vittime e non carnefici.

Anche nell’altra guerra, la brutale aggressione della dittatura russa in Ukraina, assistiamo, unici sostenitori del diritto, all’assenza di una condanna univoca, spesso alla posizione compiacente verso l’aggressore quasi che la colpa fosse dell’aggredito. Assistiamo ad orrori, massacri perpetrati con efferatezza, gli eccidi di Mariupol, Bucha, Irpin, la viltà dell’attacco di Sumy, i bombardamenti di scuole, ospedali, mercati, stazioni, città rase al suolo, i rapimenti e la deportazione di migliaia di bambini, gli stupri, centinaia di migliaia di morti.

Perseverare nella Pace e per la Pace

Ecco perché abbiamo bisogno dell’Europa, di quell’Europa nata per il bisogno e la voglia di pace, di convivenza civile, di progresso umano e di rispetto per la dignità di tutti, interi popoli ed ogni singola persona.

Dobbiamo tornare ai valori di pace, di umanità, di aiuto vicendevole che ci ricorda il nostro fondatore, Follereau. Sono gli stessi valori su cui ha fondato la sua esperienza pastorale e di vita Papa Francesco, confermati ieri sera dal neoeletto Papa Leone XIV durante il suo primo discorso da Pontefice “La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante”.

Le parole di Pace, quindi, devono diventare concretezza nel nostro quotidiano e dobbiamo esigere la stessa concretezza e l’arresa alla Pace da parte dei “potenti della terra” arroganti e dispostici che in realtà stanno distruggendo una storia di tanti decenni di pace e di collaborazione.

Il sogno Europeo per rendere concreta la Pace 5 anni dopo la fine della II Guerra Mondiale, il 9 maggio 1950 con la “Dichiarazione Schumann” si apre il percorso per l’unificazione grazie alla visione di Schumann, di De Gasperi e di Adenauer. Da quella dichiarazione nascono le basi per l’Unione Europea, partendo dalla CECA, i cui membri hanno messo in comune le produzioni di carbone e acciaio per far sì che una guerra tra stati storicamente rivali, diventasse "non solo impensabile, ma materialmente impossibile".

In questo articolo si parla di

Leggi anche

I nostri progetti