One Health è un approccio integrato che unisce salute umana, animale e ambientale, in linea con l’Agenda 2030. Fondato sull’analisi dei determinanti sociali della salute, promuove azioni condivise per ridurre le disuguaglianze. L’esperienza di AIFO in Mozambico, in Guinea Bissau, in Mongolia e in tanti altri paesi, dimostra come l’azione olistica sulle diverse dimensioni di vita di una persona e il coinvolgimento delle comunità locali possano migliorare l’accesso alla salute e non solo alle cure.
Secondo la definizione che ne dà l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute è uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità. La stessa OMS, poi, si pone come obiettivo “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”. La lettura combinata di queste due affermazioni rende palese come, nel corso del tempo, il concetto di salute abbia conosciuto una notevole evoluzione, che ha portato a considerarla un diritto fondamentale dell’essere umano, in stretta relazione alle politiche sanitarie, a livello nazionale e internazionale. Questa lettura, però, porta con sé importanti conseguenze, come lo stretto legame tra salute e sviluppo sociale ed economico. La salute, quindi, è qualcosa di complesso, che non si esaurisce nel campo della biomedicina, ma si definisce attraverso le interazioni tra individuo, società e ambiente. Salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, trascendendo e superando le prospettive nazionali. Ecco perché ha senso parlare di salute globale, per realizzare la quale serve ridurre le disuguaglianze e contribuire ad uno sviluppo inclusivo e sostenibile per tutta la popolazione mediante il conseguimento progressivo di tutti i diritti civili, politici e di welfare. Non esiste la salute di un singolo individuo se non è garantita anche a tutti gli altri e agli altri esseri viventi. E questo obiettivo apre all’approccio One Health (una sola salute) a cui è dedicato questo approfondimento.
Cos’è il modello One Health
One Health è un approccio integrato basato sull’integrazione di discipline diverse, promotore di una visione olistica, incardinata sul legame interdipendente e indissolubile tra la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema. È quindi un modello ideale per perseguire l’ambizioso obiettivo della salute globale, perché affronta i bisogni delle popolazioni (anche, ma non solo, quelle più vulnerabili) partendo dall’intima relazione tra la loro salute, la salute dei loro animali e l’ambiente in cui vivono. Inoltre, lo fa considerando l’ampio spettro di determinanti che nascono da questa interconnessione. Negli ultimi anni si è iniziato a parlare anche di Planetary Health, la cui visione è quella di un pianeta che nutre e sostiene la diversità della vita con la quale ciascun essere umano coesiste a dalla quale dipende, con l’obiettivo di creare un movimento per la salute del pianeta. È fondamentale, infatti, riconoscere l’interesse comune nel conservare e proteggere i sistemi planetari e umani, dai quali dipende la salute, dando priorità al benessere di tutti gli esseri viventi.
Quali sono i determinanti della salute nell’approccio One Health
Nell’approccio One Health assumono particolare rilevanza i cosiddetti determinanti della salute, cioè i fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo, di una comunità o di una popolazione ed hanno quindi una rilevante relazione con le politiche sanitarie ed in particolare con le misure di prevenzione da adottare. I determinanti riguardano stili di vita, condizioni lavorative, accesso ai servizi sanitari, condizioni socio-economiche, culturali e ambientali, fattori genetici, tutti visti nella loro relazione con la nostra salute. L’idea di fondo è che le disuguaglianze in tema di salute hanno origine dalle condizioni sociali e, di conseguenza, intervenire su queste ultime influenza, positivamente o negativamente, quel diritto umano fondamentale che è la salute stessa.
I principali determinanti di salute possono essere raggruppati in due categorie: modificabili e non modificabili.
Determinanti modificabili:
- situazione sociale
- educazione
- lavoro (sicuro)
- condizioni generali economiche, culturali e ambientali
- accesso alle strutture sanitarie
- comportamenti personali e stili di vita.
Determinanti non modificabili:
- età;
- patrimonio genetico.
Da questo elenco, è palese la prevalenza dei determinanti sociali: situazione socioeconomica, educazione, lavoro, accesso alle strutture sanitarie, oltre alla formazione sui comportamenti e sugli stili di vita. Agire su questi fattori permette di migliorare il benessere e la salute degli individui e delle comunità riducendo al tempo stesso le disuguaglianze in campo sanitario. Per agire su tutti i determinanti della salute, però, è necessario non solo rafforzare i sistemi socio-sanitari ma anche implementare politiche che assicurino a tutte e tutti l’accesso all’educazione, alla formazione, al lavoro e all’inclusione sociale. Ecco perché, nel percorso di costruzione della salute globale sono molto importanti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, fissati dall’Agenda 2030.
Approccio One Health e Agenda 2030
L’Agenda 2030, adottata nel 2015 da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite, parte da un presupposto chiaro: l’attuale modello di sviluppo è insostenibile, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Da qui la necessità di una trasformazione radicale, fondata sulla promozione dei diritti umani, sull’equità, sull’uso responsabile delle risorse naturali e sulla capacità dei sistemi di affrontare in modo integrato le grandi sfide del nostro tempo. In questo scenario, l’approccio One Health si configura come uno strumento chiave per tradurre in pratica i principi dell’Agenda. Se è vero che i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) non sono compartimenti stagni, ma elementi interconnessi di una stessa architettura globale, allora è necessario un modello operativo che sia in grado di cogliere e affrontare queste interconnessioni. One Health risponde esattamente a questa esigenza: promuove il superamento delle barriere tra istanze e invita a costruire politiche pubbliche fondate sulla collaborazione, la prevenzione e la gestione integrata dei rischi.
L’impatto potenziale di One Health riguarda numerosi SDGs. Contribuisce direttamente all’Obiettivo 3 (Salute e benessere), promuovendo la prevenzione delle malattie zoonotiche, il contrasto all’antibiotico-resistenza e la sicurezza sanitaria globale. Ma incide anche su altri obiettivi spesso considerati non connessi con la salute:
- l’SDG 2 (Fame zero), attraverso la promozione di filiere agroalimentari sicure e sostenibili;
- l’SDG 6 (Acqua pulita e igiene);
- l’SDG 15 (Vita sulla Terra), tramite la protezione degli ecosistemi e la gestione integrata delle risorse idriche;
- l’SDG 13 (Lotta al cambiamento climatico), attraverso il monitoraggio degli impatti ambientali sulla salute e la promozione di modelli agricoli e sanitari a basse emissioni.
Se ne deduce, quindi, che l’approccio olistico One Health non è solo compatibile con l’Agenda 2030 ma ne rappresenta una delle incarnazioni più concrete.
Cooperazione internazionale per la salute globale e l’esperienza di AIFO
Ma cosa deve essere fatto, in concreto, per dare attuazione all’affermazione della salute come diritto umano fondamentale. Per prima cosa, è essenziale che gli Stati e gli organismi internazionali svolgano un ruolo attivo, promuovendo politiche pubbliche eque e sostenibili. Il divario tra paesi ad alto reddito e paesi economicamente più deboli, infatti, si manifesta in modo particolarmente drammatico proprio nel settore sanitario. Nei Paesi del Sud globale, solo una parte della popolazione riesce ad accedere ai servizi di cui avrebbe bisogno. Le persone più penalizzate sono spesso quelle che vivono in aree rurali isolate, in particolare donne, bambini e persone con disabilità. Le strutture sanitarie, quando presenti, sono spesso carenti: mancano personale formato, farmaci essenziali e attrezzature adeguate. Anche gli operatori sanitari lavorano in condizioni difficili, con risorse limitate e retribuzioni minime. Nelle campagne, ad esempio, circa il 60% delle nascite avviene senza assistenza medica, con una conseguente incidenza elevata di mortalità materna e mortalità infantile.
In questo contesto, la cooperazione sanitaria internazionale assume un ruolo centrale. È fondamentale diffondere e rafforzare approcci efficaci e sostenibili per garantire il diritto alla salute, come la Primary Health Care e la salute di comunità, che puntano su prevenzione, partecipazione, prossimità e inclusione. Questo è l’approccio che, come AIFO, promuoviamo da anni nei Paesi in cui operiamo. Un modello fondato sull’empowerment delle comunità locali e dei gruppi più vulnerabili, per ridurre le diseguaglianze e restituire alla popolazione un ruolo attivo nel determinare il proprio benessere.
Sai chi è l’Agente di Salute Comunitaria?
L’esperienza degli operatrori AIFO si basa su un principio semplice ma spesso trascurato: la comunità, se valorizzata, è spesso in grado di trovare soluzioni sostenibili ai propri problemi sanitari. Per questo motivo, lavoriamo per rafforzare le competenze delle famiglie e delle comunità, affinché possano partecipare alle decisioni che riguardano la salute, lo stile di vita, l’accesso alle cure. Gli interventi che promuoviamo non si limitano alla dimensione sanitaria in senso stretto, ma adottano un approccio integrato che include anche educazione, sicurezza alimentare, igiene ambientale e accesso all’acqua potabile. A questo scopo, utilizziamo la metodologia dello Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria (SIBC), che coinvolge attivamente la popolazione locale nella costruzione delle soluzioni, mettendo al centro i bisogni reali delle persone.
AIFO ha svolto e svolge progetti che rappresentano molto concretamente questo approccio, dove l’obiettivo è multiplo: da un lato, migliorare l’accesso e la qualità dell’assistenza medica, riducendo la mortalità; dall’altro, rafforzare la prevenzione e il trattamento delle principali malattie, si croniche non trasmissibili che tropicali neglette.
L’approccio One Health è garantito anche nei progetti AIFO che apparentemente non hanno nulla a che vedere con l’ambito medico ma, come di diceva all’inizio dell’articolo, agiscono sugli altri determinanti della salute come l’accesso al lavoro, all’educazione e alla vita indipendente.
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